pro civitate christiana,

assisi

Un lavoro artistico prezioso e accurato per comunicare la fede,

che diventa cultura di tutto il popolo cristiano

Paganini commenta così l’opera (da «Rocca» del 1/5/1957): “Per meglio comprendere un’opera d’arte vale più osservarla che descriverla.

Ma nel caso del Paliotto dedicato alla Vergine, collocato nella chiesetta della Pro Civitate Christiana, forse giova dire come è stato realizzato.

È stata una creazione elaborata più per l’assieme che per il particolare delle numerose istorie.

 

Trovare un comune denominatore che fondesse gli elementi nuovi col già esistente rappresentato dalla tavola centrale a carattere bizantineggiante era il problema essenziale. Bisognava raggiungere una semplicità di stile ed una tonalità fondamentale che potesse legare il tutto, sempre conservando il carattere policromo particolare dello smalto su rame.

 

Avevo un grande fattore a mio vantaggio: la squisitezza dei soggetti da rappresentare: «Gli episodi della vita della Vergine» temi che, ovviamente, non possono lasciare insensibile nessun artista. Pensando alla funzione che l’Arte Sacra deve svolgere ho tenuto conto di questi due punti di vista: un primo analitico e un secondo narrativo. Analitico in quanto, essendo lo smalto una materia assai preziosa deve poter essere gustato in tutti i minimi particolari anche dall’osservatore più acuto ed esigente. Narrativo poiché il soggetto sacro, raccontando sempre un fatto, deve essere letto a distanza e da qualsiasi fedele anche non artisticamente preparato.”

 

“La narrazione della vita della Vergine ha inizio dall’immacolata e termina coll’Assunzione e Incoronazione in Cielo”.

Questo descritto è stato il filo rosso che ha sempre guidato l’artista.

Patena d'oro per il Giubileo d'Oro di d. Giovanni Rossi

l'altare

 

Nel 1957 Paganini realizza per la chiesina della Pro Civitate Christiana una pala d’altare dedicata alla Vergine (vedi anche: Pannello ALTARI), in cui i 18 episodi della vita di Maria si affiancano all’icona della “Madonna del Perpetuo Soccorso”, dono di Olga Cicogna. Il 16/4/1957 invia una lettera a Don Giovanni, nella quale leggiamo: “Grazie in particolare per avermi permesso di eseguire così importante lavoro. Ho l’immensa soddisfazione di saperlo con lei nella sua chiesetta, ed è perciò la mia creatura prediletta”.

 

Scene della vita di Maria

(particolare del lato sinistro della pala d'altare)

Scene della vita di Maria

(particolare del lato destro della pala d'altare)

altre OPERE ad Assisi

 

I rapporti tra Ettore Paganini e la Pro Civitate Christiana risalgono alla metà degli anni ’50 e sono documentati da lettere d’archivio, da alcuni articoli su “La Rocca” e, nella sezione “iconografico”, da una cartella personale con foto di opere a soggetto cristologico, alimentata negli anni dallo stesso artista.

 

Nel 1955 Ettore Paganini, insieme al fratello Carlo, scultore, allestisce alla Cittadella la sua  Mostra personale d’arte cristiana, nella quale vengono esposte tra le altre, l’“Estasi di San Francesco” e la “Via Crucis”, opere oggi presenti nella collezione della Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana.

A partire proprio dal 1955 partecipa, talvolta accompagnato dalla moglie Caterina, ai Convegni degli artisti (1958 e dal 1960 al 1964) e ai Corsi di Studi Cristiani (1955, 1956 e 1958).

 

Nel 1957 Paganini realizza per la chiesina della Pro Civitate Christiana una pala d’altare dedicata alla Vergine (vedi anche: Pannello ALTARI), in cui i 18 episodi della vita di Maria si affiancano all’icona della “Madonna del Perpetuo Soccorso”, dono di Olga Cicogna. Il 16/4/1957 invia una lettera a Don Giovanni, nella quale leggiamo: “Grazie in particolare per avermi permesso di eseguire così importante lavoro. Ho l’immensa soddisfazione di saperlo con lei nella sua chiesetta, ed è perciò la mia creatura prediletta”.

 

Nel 1959, come testimonia la corrispondenza, Ettore Paganini invia alla Pro Civitate Christiana un bozzetto per un “Gesù Divino Lavoratore”, da proporre agli industriali.

Si tratta di un acquerello suddiviso in 4 scene che narrano la vita di Gesù operaio a partire dal bambino che si rende utile nella bottega di Giuseppe fino a terminare a un’ultima scena  che allude alla Passione.

Il 1959 è anche l’anno del Giubileo d’oro di Don Giovanni. L’artista gli offre una patena d’oro. Don Giovanni gli scriverà: “È con cuore veramente commosso che ti ringrazio per quanto hai voluto fare in occasione del mio Giubileo d’oro. Infatti mi hanno detto i miei volontari che hai offerto il tuo valore di artista per comporre la splendida patena d’oro con la quale ogni mattina celebro la S. Messa. In quella Patena ogni giorno c’è anche l’offerta del tuo lavoro, della tua famiglia, dei tuoi cari bambini e il Signore saprà ricompensarti Lui come merita la tua bontà”. (lettera 23/06)

 

Tra i lavori più importanti eseguiti da Paganini per Don Giovanni e la Pro Civitate Christiana, un posto di rilievo hanno quelli per il nuovo arredo liturgico della chiesina della Cittadella, rinnovata secondo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, nel 1963.

Due anni prima Don Giovanni scriveva: “La nostra chiesina della Cittadella è bellissima, ma vi è qualche cosa che stona. È il tabernacolo (…) Ci vuole un tabernacolo nuovo che nello splendore dell’arte ridica che Gesù, l’Uomo-Dio, è risorto, e dentro vi abita…”

Per il nuovo tabernacolo, così come per la Croce, per i Candelieri, e per la Mensola, viene incaricato Ettore Paganini e Don Giovanni, insieme all’architetto Pina Ciampani, segue personalmente il progetto, dando all’artista precise indicazioni.

© 2015 Ettore Paganini