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Arte sacra: le vetrate

L’amore per le trasparenze del vetro, per i giochi di luce e le rifrazioni colorate proprie degli smalti non poteva che far approdare Ettore Paganini anche alla grande e antica arte delle vetrate artistiche. Un tipo di tecnica che richiede spazi di grandi laboratori e abilità peculiari di raffinato artigianato.

Capacità e affiatamento che il pittore ha trovato, ad un certo punto del suo percorso artistico, in Alessandro Grassi (Vetrate Artistiche srl) e la sua azienda milanese con oltre un secolo di storia all’attivo.

Ettore, che già aveva maturato dall’esperienza artistica degli smalti una propensione alla suddivisione dei colori in campiture precise, progettava e creava il bozzetto su carta che faceva poi  realizzare e mettere in opera secondo le più appropriate tecniche richieste dal progetto e dagli effetti voluti: sia le classiche legature in piombo arricchite dagli effetti a “grisaille”, (specialità di Grassi) che le vetrate “Dalles” (Dalle de Verre= mattonella di vetro, in francese) ovvero in vetrocemento, dove la luce rifratta dalle scheggiature dei blocchi crea effetti incantevoli.

Le capacità compositive e la sensibilità pittorica di Paganini, unite alla sintesi del segno grafico gli hanno consentito un approccio fecondo e felice anche a questo mondo espressivo. Fin dai primi lavori della sua carriera si è cimentato con questa forma d’arte: la cappella dell’azienda Chatillon a Milano, realizzata da F. Tonti nel 1959, o la cappella della casa d’accoglienza “La Conchiglia” di Spotorno, del ‘65, ne sono splendida testimonianza.

Prediligeva le composizioni figurative ma non disdegnava quelle più simboliche o “astratte” come quelle della sua parrocchia del Buon Pastore a Milano. Sue le vetrate in diverse chiese, santuari, cappelle (una su tutte la cappella privata del Card. Martini in Arcivescovado a Milano), monumenti funebri e abitazioni private.

© 2015 Ettore Paganini